Un salutone random a tutti. Ma con il volto di tre quarti, e l'espressione grave.
Ora che è passato un po' di tempo, mi sembra doveroso spendere due parole sull'ultimo fatto che cha scosso il Nerdoverso dalle fondamenta... La (mai troppo) prematura dipartita di Leonard Nimoy, universalmente riconosciuto (tranne per qualche giornale) Mister Spock, ufficiale scientifico vulcaniano sulla plancia dell'Enterprise capitanata dal capitano Kirk.
Nimoy, ci ha lasciato il 27 febbraio scorso, causa grave malattia polmonare contratta nel suo passato di fumatore. Immediatamente tutto il mondo nerd e non, ha riversato il cordoglio sulla rete. Io stesso, essendo Spock uno dei miei personaggi preferiti, mi sono messo a lutto virtuale.
Ma non è così che deve andare questo post. Questo piccolo pezzo di carta digitale deve parlare in modo ben diverso.
Quello delle Star e dei Campioni che se ne vanno, è un argomento complesso. Perchè mette in campo sentimenti che teoricamente non si dovrebbero provare per degli estranei. Siamo sentimentali, verso troppe cose. Verso troppi esseri umani. Noi bestie poco sapiens siam capaci di spendere più lacrime per un personaggio di finzione morto, che per un parente stretto morente. Perchè il personaggio è sempre con noi, in immagine e voce, e il parente molto spesso non c'è nemmeno quando è fisicamente presente. E quindi tendiamo, in svariati casi, a farci prendere da un senso di complicità ed "amore" a senso unico verso uno schermo o, addirittura, verso fotografie su carta.
Nimoy è rimasto incastrato nel ruolo di Spock. Nimoy era fisicamente Spock, tanto quanto il suo Spock era fisicamente Nimoy. Una cosa che ha dovuto sviscerare in due libri (appunto "I Am Not Spock" e "I Am Spock", quasi a diventare bipolare). Altri come lui si sono incastrati nel personaggio, tipo il vecchio Bela Lugosi, che era troppo Dracula perfino nella vita... O il più giovane Johnny Depp, che sembra Jack Sparrow anche quando non fa Sparrow. Un disagio dato dai fan, che ti identificano male, e dalla produzione, che ci deve marciare per mangiare.
Il male di essere qualcun'altro, è stato fatto vedere benissimo nel film parodia di Star Trek, il geniale Galaxy Quest, dove uno splendido Alan Rickman tratteggia l'attore imprigionato nel ruolo dell'alieno della serie fittizia, come un uomo devastato dal personaggio stesso. Qualcuno che anche andasse a fare la spesa sarebbe solo e sempre "quel" personaggio.
E a Nimoy, questo è successo. Ma lo ha gestito meglio di altri.
Con lui, scompare l'unico vero trait d'union tra la nuova versione di Star Trek di J.J. "lens-flare" Abrahams e la vecchia guardia. Con un colpo di mano geniale J.J. era riuscito a infilare un reboot dentro alla linea originale, ed è stato solo grazie all'iconico personaggio di Nimoy che il miracolo s'è compiuto. Avessero usato un altro (contando che di vivi ne son rimasti quattro, oramai), non avrebbe avuto senso. Kirk avrebbe voluto essere il capitano anche nel passato, e gli altri non avevano il "peso" utile nella storia e nel fandom per fare quel balzo.
Con Leonard Nimoy se ne va un pezzo della fantascienza mondiale. Oltre ad uno scrittore, regista ed artista.
Ma come ogni volta, un uomo ci lascia, e le sue opere rimangono. Per cui il buon Leonard non ci ha affatto lasciati. Ha semplicemente raggiunto la definitiva immortalità.
E con questo, i miei sproloqui hanno fine. Vi rimando alla prossima occasione, spero più felice, e vi saluto... Devo salire come ufficiale scientifico sulla Webterprise.
...cos'è Webterprise?
Ve lo dico la prossima volta! Ciao!!!